1493. Il governo della Serenissima decide di costruire un nuovo orologio pubblico in Piazza San Marco e incarica del lavoro Gian Paolo e Gian Carlo Rainieri di Reggio Emilia.
1496-1497. Costruzione del meccanismo.
1499. Il 1 febbraio, torre e orologio vengono inaugurati. L’orologio è un prodigio della tecnica: azionato da pesi, ha uno scappamento a foliot (primitivo tipo di bilanciere). Notevole è il meccanismo della processione dei Magi che permette il loro passaggio e inchino davanti alla statua dorata della Madonna col Bambino, preceduti dall’Angelo Annunciatore che suona la tromba, ma la caratteristica più straordinaria è la complessità delle indicazioni astronomiche, basate sul sistema tolemaico. Sul grande quadrante principale (4,5 m di diametro), in cerchi concentrici, si succedono, modificando nel tempo le loro posizioni, i cinque pianeti conosciuti, Saturno, Giove, Marte, Venere e Mercurio, oltre alle fasi lunari e alla posizione del Sole nello Zodiaco. Un altro quadrante, molto più semplice, sul versante delle Mercerie, indica il tempo. Manca qualsiasi documentazione sufficientemente dettagliata da permettere di dedurre cosa si sia conservato di questo meccanismo originale, o addirittura se si sia conservato alcunché. Con somma prudenza e in via del tutto ipotetica è appena proponibile la datazione a questa fase dell’intelaiatura del castello centrale e, per analogia, del castello particolare per il meccanismo dei Re Magi, nonché della struttura lignea fondamentale degli stessi Re Magi.
1551. Restauro generale ad opera di Giuseppe Mazzoleni, che consiste principalmente nel ripristino delle funzioni originarie nelle parti deteriorate dal tempo.
1753-1759. Restauro, ad opera di Bartolomeo Ferracina L’orologio subisce un profondo mutamento. Lo scappamento originario viene sostituito da un pendolo, il quadrante prospiciente la Piazza San Marco viene notevolmente semplificato ed è quello tuttora funzionante: il movimento originario di sei corpi celesti attorno alla terra è sostituito con uno a tre settori concentrici che indicano la posizione del sole rispetto allo zodiaco – con i mesi e i giorni -, il moto della luna con le sue fasi, oltre, ovviamente, alle ore. Una terza modifica riguarda le sonerie dei Mori, trasformate in modo da battere le ore in cicli di dodici anziché di ventiquattro colpi. Viene pure aggiunta una soneria di 132 colpi, con due martelli a moto alternato, azionata automaticamente a mezzogiorno e a mezzanotte. Ferracina restaura inoltre il sistema di uscita dei Re Magi, che viene inaugurato alla festa dell’Ascensione del 1759.
1858. Restauro, ad opera di Luigi De Lucia, che installa uno scappamento a caviglia, sostituisce il pendolo e la sua sospensione, cambia la frequenza di battimento. Realizza inoltre un nuovo meccanismo sovrapposto al preesistente corpo centrale del meccanismo del tempo, per consentire di visualizzare in grandi dimensioni i numeri relativi alle ore e ai minuti, mediante l’uso di due grandi tamburi (tàmbure), collocati sulle aperture che originariamente permettevano la processione dei magi (che d’ora in poi verrà ripristinata solo in occasione delle feste dell’Epifania e dell’Ascensione).
1865-1866. Restauro, ad opera di Antonio Trevisan. La parte più cospicua dei lavori riguarda il rifacimento di ruotismi del meccanismo dei Re Magi, la semplificazione della trasmissione del movimento al quadrante della Merceria e alcuni perfezionamenti al sistema dei numeri automatici. Il quadrante astronomico sulla facciata principale viene ripulito; le parti meccaniche protette da finestre.
1916. A causa della guerra, il Comune decreta il coprifuoco e la disattivazione del meccanismo dei 132 colpi a mezzogiorno e a mezzanotte.
1953. Revisione, ad opera del “temperatore” Giovanni Peratoner. Comporta la rettifica del piano di oscillazione del pendolo e il riposizionamento della sua sospensione, in seguito a un’inclinazione subita dalla Torre.
1996- 1998. Il Comune di Venezia decide di procedere al restauro conservativo dell’orologio, con la partecipazione dell’azienda svizzera Piaget che se ne assume l’onere. L’intervento è affidato ad Alberto Gorla, con la consulenza di Giuseppe Brusa e riguarda dell’orologio, la macchina dei Magi e i vari meccanismi di trasmissione dei movimenti. Comporta lo smontaggio completo della macchina e consente, oltre a pulizia e verifica dello stato di conservazione di ogni componente, il restauro delle parti usurate, l’adozione di un nuovo pendolo, il riposizionamento di quello verso le Mercerie e vari interventi di ripristino delle corrette interconnessioni tra le parti. Viene inoltre ripristinata la suoneria dei 132 colpi e introdotto un meccanismo automatico per la ricarica al posto di quello manuale. Funi in canapa e carrucole di legno vengono sostituite da cavi in acciaio azionati automaticamente da piccoli e precisi motori elettrici studiati per tale funzione. Scompare la figura del “temperatore”.
1999. Consegna dell’orologio restaurato e sua esposizione a Palazzo Ducale.
2006. Ricollocazione dell’orologio nella torre e riattivazione di tutti i meccanismi di trasmissione dei movimenti alle varie parti della struttura.